Mobilità: il Miur si pronuncia e stabilisce che le ordinanze contro l’algoritmo sono valide solo per l’anno in corso
Il Ministero dell’Istruzione ha deciso di far tornare i docenti che hanno vinto la causa, dopo gli errori dell’algoritmo, alla sede di partenza
Non sono bastati neanche i ricorsi per far sì che ai docenti venissero riconosciuti i propri diritti. Il Ministero ha finalmente deciso per i docenti in possesso di sentenze non definitive, stabilendo, però, che queste vanno riportate nella procedura di mobilità di quest’anno, cioè nella sede contestata ovvero quella definita erroneamente dall’algoritmo lo scorso anno. E’ proprio la mobilità che continua a creare seri problemi perché, ai docenti che avevano opposto ricorso contro il famoso algoritmo, il Tribunale ha dato ragione, riscontrando situazioni incongruenti e anomalie. Il Miur ha ammesso l’errore, ma in questo modo ha dato esecuzione alle sentenze solo parzialmente. I docenti in questione, che sono alcune migliaia, rischiano comunque di non ottenere niente dalla vittoria della causa. Il Miur dando esecuzione in via provvisoria alle pronunce cautelari e solo per l’anno in corso, ha creato un altro problema. Se non attuerà le ordinanze emesse dai giudici, assegnando i docenti interessati agli ambiti di proprio interesse, la mobilità per loro partirà dalla provincia di prima assegnazione e non da quella assegnata loro dai giudici. Le ripercussioni negative per il funzionamento del regolare anno scolastico sono in agguato e si vedrebbero con l’inizio del prossimo anno. Inoltre se la domanda di mobilità non fosse accolta dal Miur tempestivamente, il docente tornerebbe al punto di partenza e sarebbe costretto ad intentare una nuova battaglia legale nei confronti del Ministero.
La proposta è di far partire la mobilità dalla sede assegnata dal giudice
E’ stata avanzata la proposta dalla Uil di far partire la mobilità dalla sede assegnata dal giudice, anche se i docenti fossero in soprannumero, in quanto il rifacimento di migliaia di ricorsi creerebbe seri problemi a tutti e un enorme dispendio di tempo e soldi. La Uil avrebbe chiesto al Miur di fare chiarezza e di attuare correttamente i provvedimenti giudiziari, tra l’altro esecutivi, emessi dai Tribunali e non di rimandarli. In questo modo si tutelerebbero le migliaia di insegnanti che hanno vinto il ricorso, che vedrebbero garantita così l’attuazione dei propri diritti, garantendo anche agli alunni di avere il proprio docente dall’inizio dell’anno, senza partire con le solite supplenze. Sarebbe, quindi, un atto di giustizia da parte del Ministero dell’Istruzione per poter rimediare così a tutti gli errori scatenati dall’algoritmo sbagliato senza un nuovo intervento della Magistratura.